martedì 27 novembre 2012

Il progenitore dei Tie-In


Nel  1993 usciva nelle sale americane “Super Mario Bros”, film che avviò quella piaga, quel ponte tra videogioco e cinema, chiamato tie-in.
Questo genere è sopravissuto, noncurante di critiche ed incassi da fame, ha avuto alti (pochi) e bassi ( troppi), alcuni registi hanno dedicato la loro intera carriera ad esso ( Uwe Boll su tutti*).


Sì, sta ridendo tutti voi, voi che vi siete sorbiti anche uno solo dei suoi film.
In realtà è grande regista, fa film di merda solo perché vi odia.

Sostanzialmente, le pecche di queste pellicole sono quattro:
  •           L’incoerenza della trama, rivisitazione snaturata e “holliwoodizzata” dell’originale.**
  •           Gli effetti speciali che finiscono per rivelarsi deludenti, vuoi perché troppo esagerati o fatti in modo approssimativo.***
  •           Recitazione e regia insufficienti ( si veda la terza nota).
  •           Il fatto che il prodotto finito sia ridicolo su ogni livello.

Non per forza i tie-in si fermano su queste pietre miliari, ma raramente riescono ad evitarle tutte.****
Ma  il capostipite, invece, come si dichiara di fronte a questi quattro “peccati mortali”?
Ebbene, Super Mario Bros si dichiara colpevole di tutti i capi d’accusa, ma la sua arringa probabilmente è il sogno erotico non solo del vecchio Uwe, ma di ogni regista di film trash: fallisce talmente miseramente il suo compito ( tirare fuori una trama funzionante dalla storia di un idraulico che mangia funghi per salvare una donna che potrebbe, o no ( punto 4 dell'articolo), essere in pericolo perché rapita da un dino-tarta-drago) che risulta essere un buon film.

Il grande pregio di questo film è proprio il suo essere ridicolo, volutamente (spero).
Mario e Luigi ci sono, sono due idraulici e pure fratelli ( anche se non di fatto; questo è chiarito nel film, ma non si capisce bene se siano stati addottati dalla stessa madre o altro).
Daisy è presente all’appello ed attende di essere salvate dalle grinfie di Koopa ( che prende il ruolo di Bowser, per qualche ragione).



Indistinguibili



Quello che manca è la logica, la coerenza, un senso a tutto il resto.
A quanto pare, il mondo è stato diviso in due dimensioni durante l’impatto dell’asteroide che 65 milioni di anni fa estinse i dinosauri, o almeno, che noi credevamo estinti.
Questi, invece, sono sopravvissuti nell’altra dimensione, si sono evoluti, hanno creato forme di società e città, cadute in degrado dopo la deposizione del Re ( non è spiegato chi sia stato in realtà questo Re) da parte di Koopa, che lo ha trasformato da rettiliano a fungo tramite l’uso di una macchina che può accelerare od invertire il processo evolutivo in pochi minuti.
Ciò porta ad una caduta in rovina generale, con le città che diventano una sorta di “specchi oscuri” della Manhattan “umana”.
L’ambizione di Koopa, che vuole diventare imperatore di ben più della manciata di sassi che è il suo regno,lo porterà a far rapire Daisy, figlia segreta del Re, ed usare il cristallo che porta al collo per creare un ponte tra i due mondi e poter invadere il nostro.


Avrebbe tutte le carte in regola per essere leggendario.

Dopo casini vari, camei a muzzo e funghi colanti da soffitti et similia che salvano la situazione,  i buoni vincono.*****

Ok, letto quanto sopra, potete immaginare che fine abbiano fatto fare gli sceneggiatori ai funghetti di Mario.



La regia, senza lode ma con un pizzico d’infamia, è supportata nel creare un film che ha del grottesco dalla recitazione, globalmente anche buona ( almeno, a differenza di molti attoroni d’oggi, ci si sforza di fare espressioni facciali), che risulta però di un ridicolo immane a causa dei testi che gli attori sono costretti a recitare.

C’è da dire che gli effetti speciali sono anche buoni ( nel senso che non sono né fatti in casa come nei Z-movie, né esagerati, e di merda, come nei film di Uwe Boll) ma non hanno nessun senso d’esistere, la maggior parte delle volte ( per mimare, credo, il power-up che da a Mario la possibilità di saltare più lontano e planare, ai personaggi vengono fatti indossare stivali-jetpack , ricreati nella maniera più epica umanamente possibile).

Talmente epici, che non li trovo manco su Google

Il prodotto finale risulta divertente sia per chi non ha mai o quasi mai giocato a Super Mario, che si troverà di fronte un B-movie d’azione neanche dei peggiori, sia per chi gioca all'idraulico che salva principesse da dino-tarta-draghi****** dai tempi del NES, che potrà ridere del tentativo di dare una trama al franchise di Nintendo che ne ha meno.


Se vi trovate con novantasei minuti da occupare,
guardatelo

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Note:
* Sarebbe da chiarire in altra istanza se sia stato più nocivo Uwe Boll come regista\produttore alla già scarsa reputazione dei tie-in o se i tie-in come genere abbiano rovinato la carriera di Uwe Boll.
Io preferisco vederla come una via di mezzo, una sorta di scontro epico tra eroe e antagonista dove i due finiscono per infierirsi il colpo mortale a vicenda.

** Questo è un fenomeno che non capisco.
Se l’obbiettivo, “adattando” la trama , è quello di attirare più pubblico, è un obbiettivo inutile: se prendiamo ad esempio solo gli iscritti a Steam ( sito internet che ha più o meno il monopolio, meritato, per molti versi, del mercato della vendita dei videogiochi per pc), questi sono circa 50 milioni, e sono solo una fetta del mercato globale.

*** Il problema delle produzioni di questo tipo a budget alto è che i soldi vengono buttati a badilate sugli effetti speciali, togliendo fondi da tutte le altre voci della lista.
Il risultato di questa operazione è un film con belle esplosioni, una trama rappezzate nei cinque minuti della pausa caffè ed attori che girano a caso per i set.

**** Forse Resident Evil ( perché sono i videogiochi a mancare di una trama forte, in quanto incentrati sull’atmosfera e lo sparare in testa agli zombie), il primo Silent Hill, Tomb Raider ( per le tette) e pochi altri.

***** Mi rifiuto di approfondire ulteriormente, si farebbe mattina.

****** Sfido chiunque a trovare una descrizione sintetica migliore di Bowser.