lunedì 17 ottobre 2011

De Spheniscidarum, ovvero "Di tutto ciò che non so"

Non si può affogare così.
Aspettare, aspettare, aspettare, aspettare, aspettare, aspettare, ma assolutamente non agire.
Ora basta.Devo assemblare un computer, ma non so neanche da dove cominciare.
Ma questo non mi fermerà più.
La pausa sigaretta salta, ma non me ne importa.
Anche se scrivere con il contagocce non mi piace, già perdo il filo normalmente, figuriamoci se scrivo a più riprese.
E poi vendono le ciambelle a 80 centesimi...
No! No! No!
Carta concentrati!
Ma le ciambelle, ciambelle, ciambelle, ciambelle, ciambelle, ciambelle, ehi guarda quella che davanzale, ciambelle, oh le è caduta la penna, ciambelle, ciambelle, la raccoglie, mi pare ovvio, taci tu, osserva le sue grazie, ciambelle, se ne va, non male anche dietro, ciambelle, si sembravano due ciambelle, morbide, profumate, ripiene, ciambelle.




STOP!
Anf! Pant! Altre onomatopee che simboleggino una stanchezza psico-fisica! Sgrunt!


Forse avrei dovuto seguirla, invece che rimanere qui a scrivere...
Magari mi offriva una ciambella!

Si parlava di affogare?
Ah no, giusto, di pinguini.
Ebbene, io di pinguini non so un cazzo.
E di molte altre cose, ma di pinguini proprio non so nulla, neppure se alloggiano in igloo subaffittati agli eschimesi, o se invece vivano al Polo Sud leggendo Lovecraft.
Vuoto totale.

Quando ero infante (qualcuno potrebbe dirvi che lo sono tutt'ora, come dargli torto) una zia che non avevo mai visto, ma che mi dissero giungere da quel luogo (tutt'ora) sconosciuto dal nome di "provincia di Torino", mi porto una dozzina di libri di Pingu.
Undici da colorare, uno da leggere.
Non lo avesse mai fatto!
Passai l'estate successiva disperandomi alla ricerca di informazioni riguardanti il colorito del manto di foche, trichechi, orsi polari e, inevitabilmente, pinguini.




I mass media non mi aiutavano.
In particolare, ho sempre avuto un pessimo rapporto con la televisione: a tre anni tentai di usarla come appiglio per la mia scalata del mio personale Everest, la mensola; in risposta, lei decise di franarmi addosso.
Ben presto scoprì che, oltre che del verso del coccodrillo, ai giornali non fregava niente neppure del colore degli animali del Circolo Polare, Artico o Antartico qualsivoglia.
Nello sconforto più totale, stavo per arrendermi, quando a scuola decisero che era tempo che noi imparassimo a leggere.
Così presi il libro di Pingu e lo sfoglia, decifrai pian piano i caratteri, ricomposi parole, frasi, periodi, fino ad ottenere parte delle informazioni che cercavo.
E poi lo rilessi, per capirne la storia.
E ancora, per dargli un senso.
Ed alla fine non mi fermai più, ancora oggi passo da un libro ad un altro, per interesse, per sfizio, scegliendo libri a naso, letteralmente, cercando ancora quel buon profumo di carta stampata che avevano "Le avventure di Pingu".

E da lì, il pinguino trasmutò.
Divenne per me simbolo e incarnazione dell'incompletezza, con quel suo zampettare da ubriaco e la sua incapacità nel volo.


Con qualche eccezione...

Ma l'incompletezza non è ignoranza.
L'ignoranza è l'assenza di desiderio di ragionare ( e quindi capire, realizzare, persino sognare).
Il fatto di esser cosciente di avere un vaso vuoto è ciò che mi spinge a riempirlo.
Di terra, gentilmente offerta da un sistema scolastico che tira un po' la cinghia, e di tanta, tanta, tantissima merda, che ho accuratamente cercato lungo tutto il sentiero della mia vita (e no, ciò non significa che sto scrivendo sotto gli effetti di funghetti, anche se, a dire il vero, non avevo mai notato quante dita abbiano le mie mani. E quante falangi!), nonostante il disgusto di certi o il pudore di altri, ignorando il coro di gran voci che mi diceva che mandavo tutto il lavoro fatto a puttane.
Sono fermo convinto che, se mai i semi della mia cultura germoglieranno, il merito dovrà essere diviso a metà.

Non sono così arrogante da dire che alla scuola non devo nulla.
Ho imparato molte cose, anche se davvero poche facevano parte del mio percorso didattico, almeno credo.
Ho appreso che tutti sbagliano, a nessuno piace essere corretti.
Che i vizi sono considerati tali in gran parte perché sono divertenti.
Che amicizia e amore esistono, sebbene siano stati lobotomizzati e resi più accessibili.
Che iniziare il rapporto con una donna con la frase: "Ti amo e vorrei dei figli da te" può portarlo ad una repentina fine o ad avere una lunga esistenza.
Che odiare un essere umano che dal lunedì al sabato si fa il mazzo per te, è stupido.
Che le fotocopie in aula computer sono gratis.
Che uscire da una classe con un sorriso stampato in faccia dopo aver preso un quattro è possibile, se nelle note a piè pagina trovi scritto "Credo tu sia uscito dalla traccia, ma non ne sono sicura".
Che perdo troppe volte il filo del discorso.
Che mi piace scrivere così.

"Ombrosa non c'è più. Guardando il cielo sgombro, mi domando se sia mai esistita. Quel frastaglio di rami e foglie, biforcazioni, lobi, spumii, minuto e senza fine, e il cielo solo a sprazzi regolari e ritagli, forse c'era solo perché ci passasse mio fratello col suo leggero passo di codibugnolo, era un ricamo fatto sul nulla che assomiglia a questo filo d'inchiostro, come l'ho lasciato correre per pagine, zeppo di cancellature, di rimandi, di sgorbi nervosi, di macchie, di lacune, che a momenti si sgrana in grossi acini chiari, a momenti si infittisce in segni minuscoli come semi puntiformi, ora si ritorce su se stesso, ora si biforca, ora collega grumi di frasi con contorni di foglie o di nuvole, e poi s'intoppa, e poi ripiglia ad attorcigliarsi e corre e corre e si sdipana e avvolge un ultimo grappolo insensato di parole idee sogni ed è finito"

Italo Calvino, Il barone rampante

8 commenti:

  1. Grandissimo ritorno!
    Hai divagato su talmente tante cose che ora non saprei cosa commentare. Credo sia un bene.

    Quella foto mi ha arrapato di brutto.
    Cos'è?!
    Non ditemi che nessuno di voi è mai stato con un pinguino.

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  2. Giuro, non so come commentare il tuo commento.
    Credo che, anche in questo caso, sia un bene...

    P.s.:
    Essendo tu stato il primo a commentare vinci un pupazzo di Pingu.
    Povero Pingu :-)

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  3. Vero, l'avevi detto! ahahah.
    Ben tornato.

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  4. Ma perché Ciambelle?! Non si chiamano bomboloni?!
    Bello Calvino, se ti piace saltare di palo in frasca, passando per il televisore, spero tu abbia letto "Se una notte d'inverno un viaggiatore".
    Alla fine hai rimesso fuori il becco... e bravo piccoletto.

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  5. Bentornato, amico di Pingu!!
    Questo post, oltre ad essere divertente, ha anche un che di filosofico...ci son proprio delle belle riflessioni.
    "Le fotocopie in aula computer sono gratis", ad esempio...

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  6. Spero di affacciarmi dalla finestra un giorno e vedere un pinguino in volo, e sarà inevitabile non pensare a te ♥

    (certo, forse dovrei trasferirmi in una città un po' più fredda di Roma)GH!

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  7. Bentornato e grazie di tutti i pinguini!

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  8. Scusate se rispondo un po' lentamente, ma ho accesso ad un computer solo ora.
    Ordunque:

    Kisciotte:
    parafrasando Homer Simpson, la risposta è semplice: "Ciambelleeeeee (bava che scende dalla bocca)...

    Marla:
    Sì, ammetto di essermi basato sulle teorie del sopracitato abitante di Springfield, secondo cui l'universo è un enorme ciambella ( Springfield utopia delle utopie, per maggiori informazioni, nonché per vedere Stephen Hawking volare con i servorazzi della sua sedia a rotelle).

    Orsetta (dai su, che mi si passino le moine, mi ha pure messo un cuoricino identificabile come tale, a differenza di qualche assaltatore di mulini che posta falli rudimentali\coni gelati bigusto\minore di tre in giro per il web):
    La probabilità non è neanche così remota, visto che il suddetto pinguino potrebbe migrare per un periodo di una settimana nell'italica capitale con un gruppo di colleghi\compagni di sventura\giovani depravati...

    Democritico:
    Non c'è di che, ma, vista l'ora, spero non ti abbia turbato il sonno l'immagine proposta da Josef K.

    Josef K.:
    Ora per compensare la tua zoofilia mi toccherà scrivere un post sulla necrofilia!
    E sì, è tempo che aspettavo l'occasione buona per farlo...

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